Studio Legale Dolce

 Avv. Calogero Dolce

Via F. Turati, 11 - 90139 Palermo

Tel. 091/7843204 – Cell. 338/8190155

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ECC.MA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

                                                      C/O Segretariato Generale del Consiglio d’Europa

                                                       67006 STRASBOURG – CEDEX  ( FRANCIA )

 

 

 

Ricorso contro il Governo e lo Stato italiano per la palese violazione della Convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

 

Motivi del ricorso:

Violazione dell’art. 6 n. 1, n. 2,  n. 3 lett. a – b – c, art. 8 n. 2

 

 

Il  sottoscritto Calogero Dolce, cittadino italiano, nato a Vicari (PA) il 14/05/1963, C.F.: DLCCGR63E14L837O, domiciliato in Palermo (Italia) Via F. Turati, n. 11, con la presente espone quanto segue:

 

La vicenda è così semplice, ingiusta, kafkiana e al contempo di una drammaticità tale da indurVi a riflettere ed a adottare ogni misura atta ad evitare che in futuro si possano ripetere situazioni del genere.

Ebbene, io sono stato assassinato economicamente dalle Istituzioni e adesso, dopo essere uscito dalla vicenda processuale con un’assoluzione chiesta anche dal Pubblico Ministero per non aver commesso il fatto con sentenza passata in giudicato e quindi irrevocabile, mi ritrovo distrutto a seguito di questo calvario penoso, fatto di incompetenze, ignoranza, superbia, superficialità, violazione di norme del diritto interno e dei diritti dell’uomo, e soprattutto dal grave e doloroso silenzio da parte delle Istituzioni a cui avevo chiesto giustizia vera e protezione a suo tempo.

La descrizione dei fatti, particolareggiata, con i documenti allegati è meglio narrata nell’allegata memoria che inviai già nel maggio del 2007 alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aosta, al Presidente della Repubblica Italiana, al Ministro della Difesa, ottenendo una risposta solo dal Direttore dell’Ufficio del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica – Ufficio per gli Affari dell’Amministrazione della Giustizia, la quale, per abbreviare, diceva solo che il Presidente della Repubblica era impotente di fronte a questa abnormità giuridica.

Riassumo molto brevemente la vicenda (troverete fra gli allegati la memoria e gran parte degli atti giudiziari che credo che vi stupiranno non poco). Nel dicembre del 2005 ricevo una proposta contrattuale di lavoro in ordine a transazioni internazionali, in particolare fra gli Stati Uniti e i paesi dell’est (premetto che parlo fluentemente l’inglese e il russo), ebbene, questa società americana ha preteso finanche il mio certificato penale, io dovevo ricevere dei bonifici e poi trattenuta una percentuale che variava dal 5 al 10% inviarli a soggetti russi o ucraini, stante la scarsa affidabilità del sistema bancario russo (cosa che risulta anche a me personalmente). Accettai il mandato, fra l’altro lavoro per società estere, vedi la “OMISSIS” con sede in Lussemburgo. Ricevetti i primi bonifici di appena € 1.000,00 (mille). Sempre nel dicembre del 2005, in vista delle festività natalizie ebbi a fare un assegno a mia figlia per fare dei regali, ebbene a mia figlia la Banca Antonveneta rifiutò di cambiare l’assegno, mi recai in banca (sino a quel momento ero un ottimo cliente, negli ultimi 4 anni erano transitati sul mio conto circa 400 mila euro) e il vice-direttore del tempo mi disse che il mio conto era sequestrato, rimasi stupefatto, visto che non mi era stato notificato alcunché!!! Chiesi al vicedirettore di mostrarmi il provvedimento, ma lui disse che in verità aveva solo ricevuto una telefonata da parte della Procura di Aosta e per tale motivo io non potevo toccare i miei soldi e ne operare in qualsiasi modo sul mio conto corrente, quindi non prelevare i miei soldi, non emettere assegni, non usare carte di credito o bancomat, pur il conto essendo in attivo!!!

Il provvedimento di sequestro mi venne notificato il successivo 16 gennaio 2006, mentre la convalida, anche ai fini di una eventuale impugnazione non mi è stata mai notificata!!! Mi attivavo subito inviando una memoria difensiva al Pubblico Ministero procedente Dott. Luca Ceccanti, indicando esattamente le indagini che doveva svolgere, cioè una semplice operazione, chiedere al provider di competenza il log-file ed individuare chi si fosse intromesso nel conto corrente delle presunte vittime della truffa (in poche parole la tesi accusatoria era quella che io mi fossi intromesso telematicamente nel conto corrente online di soggetti e avevo effettuato dei bonifici a mio favore, quindi truffa). Questa semplice operazione avrebbe dimostrato in pochi secondi, non giorni o mesi, ma davvero pochi secondi chi fosse stato ad intromettersi nel conto corrente in questione, la sentenza dirà poi che sono stati terzi rimasti ignoti perché non era più possibile effettuare detto accertamento in quanto i dati vengono conservati dai providers per 2 anni, io avevo chiesto che si effettuasse questo accertamento appena un mese dopo.

Nella memoria potete leggere una serie di strafalcioni giuridici posti in essere dalla Procura di Aosta, solo a titolo di esempio reato accertato il 27 dicembre 2005 indagini chiuse il 17 gennaio 2006 (considerate le festività neanche 10 giorni lavorativi), al Dott. Luca Ceccanti sono bastati 10 giorni per rovinarmi a seguito di indagini mai svolte, come detto in sentenza (palese violazione dell’art 6, n. 3 lettera b della Convenzione)!!! Nomina di difensore d’ufficio quando avevo già nominato difensore di fiducia sin dal primo atto (identificazione presso la Polizia Postale di Palermo con nomina dell’Avv. Giuseppe Martorana del foro di Palermo) con conseguente notifica al difensore d’ufficio di atti (palese violazione dell’art 6, n. 3 lettera a della Convenzione) !!! Mancata convalida del sequestro del conto corrente bancario e mancata notifica di quest’ultimo, precludendomi così la possibilità di una impugnazione (palese violazione dell’art 6  della Convenzione oltre che del diritto interno)!!! Avviso di chiusura delle indagini preliminari notificato ben 6 mesi dopo la chiusura (palese violazione dell’art 6, n. 2 lettera b della Convenzione)!!! Mancato rilascio di copia degli atti del fascicolo a seguito di formale richiesta ledendo il diritto Costituzionale alla difesa (palese e gravissima violazione dell’art 6, della Convenzione, del diritto interno, nonché della Costituzione Italiana, artt. 24 e 25)!!! Sequestro del conto corrente (con saldo attivo) mentre sarebbe bastato acquisire l’estratto conto al fine di verificare i movimenti bancari(palese violazione dell’art 8, n. 2 della Convenzione!!! Ordine di trasferimento di somme (l’intero saldo attivo) dal mio conto corrente a favore di terzi prima ancora dell’emissione della sentenza e mai restituite (palese violazione dell’art 6 della Convenzione)!!! E tanti altri che potrete verificare leggendo il materiale che allego e meglio elencato in seguito!

“OMISSIS”

Nel 2003, dopo tanti sacrifici e una vita di duro lavoro, riuscii a comprare casa, dando una parte in contanti e la rimanente somma accedendo ad un mutuo, nel 2005, forse a causa dello stress venni ricoverato d’urgenza in terapia intensiva a causa “OMISSIS” e proprio nel 2005 arriva questa tremenda notizia da parte della Procura di Aosta, se “OMISSIS” non mi aveva ucciso fisicamente, il Dott. Luca Ceccanti con i sui metodi che definire “giustizialisti” sarebbe un eufemismo, mi uccide economicamente!

Tutto il mondo mi è crollato addosso e senza rimedio alcuno! Da totale innocente, come statuito dalla sentenza passata in giudicato lo scorso 29 dicembre, sono stato assassinato con un processo neanche sommario, neanche un briciolo di indagini, nessuna attività, nulla di nulla, il niente assoluto (palese violazione dell’art 6, non mancanza di un equo processo, ma quasi mancanza di un processo, svoltosi senza un minimo di attività di indagine)!

Secondo Voi dovrei essere soddisfatto oggi che è stata dimostrata la mia innocenza, la risposta è si, ma le conseguenze che ho ricevuto adesso chi le paga?

Ve ne cito solo alcune, le più importanti e dimenticandone altre, ovviamente moralmente e sotto l’aspetto esistenziale le conseguenze sono “in re ipsa”.

1)  L’immobile da me acquistato da qui a poco sarà messo all’asta, è stato già pignorato dalla banca titolare del mutuo e da un paio di altri creditori minori, procedura esecutiva immobiliare presso il Tribunale di Palermo n. 90/2007. Le rate del mutuo erano pagate a mezzo R.I.D. proprio sul conto corrente sequestrato dal Dott. Luca Ceccanti, così oltre a togliermi ogni disponibilità economica non potevo effettuare alcun movimento sul conto corrente, ovviamente anche il pagamento delle rate del mutuo. Sono decaduto dal beneficio del termine, immobile pignorato ed istanza di vendita, così sto perdendo l’immobile costatomi 40 anni di sudore, sacrifici e sangue (preciso che il valore di mercato dell’immobile, attico e superattico in pieno centro della città di Palermo e di € 1.250.000, il residuo del mutuo da pagare è di circa € 200.000, se venisse venduto all’asta, ovviamente verrebbe venduto ad un prezzo quasi irrisorio e notevolmente minore al giusto valore di mercato)!!!

2)  Sfratto per morosità subito stante l’impossibilità a pagare il canone di locazione dell’immobile da me condotto in locazione adibito a studio professionale, mi ritrovai così senza studio e fui costretto a ricevere la clientela presso la mia abitazione, ed anche conseguente pignoramento immobiliare per la cifra non pagata al proprietario dell’immobile locato;

3)  Sono in black list come pagatore inaffidabile, nessuna banca mi può concedere un prestito, un finanziamento, una scopertura su  conto corrente ne una carta di credito se non prepagata, di conseguenza non posso ne rinegoziare il mutuo, ne posso trattare con la banca titolare del mutuo al fine di proporre una soluzione per ripianare il debito, non posso fare credito neanche per acquistare un oggetto anche con rate da 20,00 Euro al mese. Per tutti sono, e rimarrò a vita, un cattivo pagatore!!! Certo, ho un conto corrente che una banca mi ha aperto forse per pietà, ma non posso avere ne il carnet degli assegni e ne una carta di credito e il cui saldo ad oggi è “OMISSIS”.

4)  Non ho più potuto pagare un prestito al consumo anch’esso pagato tramite R.I.D. ed anche per questo motivo sono in black list, così come l’utenza telefonica, così ho perso il numero che tutti i miei clienti conoscevano e sono rimasto un anno senza telefono, accedevo ad internet tramite una rete wireless di un amico vicino di casa. Mancato pagamento di fatture alla Seat Pagine gialle per dei servizi acquistati per la mia attività professionale e così per mille altre cose!

Tutti questi elementi mi hanno ridotto ad uno stato ansioso depressivo sempre maggiore, non risolto da un’assoluzione, anzi fa ancora più rabbia e fa male, fa ancora più male sapere che ti hanno ucciso economicamente e moralmente e poi ti hanno detto che non sei stato tu, ma terze persone rimaste ignote che tali non sarebbero rimaste se solo il Dott. Ceccanti avesse posto in essere le attività di indagini da me indicate nell’immediatezza del reato e di semplicissimo svolgimento (palese violazione dell’art 6 della Convenzione)!

Oggi mi ritrovo a prendere delle decisioni definitive per la mia vita.

La gente, i miei clienti, la persone che mi conoscono mi reputano come una persona dalle capacità eccezionali, non solo come avvocato, ma per le mie doti umane, per la mia onestà, per il mio altruismo, per il mio carisma, per la protezione che infondo nei miei clienti e alle persone a me care, per la mia intelligenza, per la mia amplissima cultura.

Adesso dovrei ricominciare da ZERO per gli errori grossolani e le evidenti violazioni commesse dalla GIUSTIZIA ITALIANA!

NO, ASSOLUTAMENTE NO!!!

Non posso azzerare i miei 46 anni e ricominciare da ZERO, anzi da sotto zero, sarebbe una corsa ad handicap alla quale non ho più la forza di partecipare.

Io non ho Santi in Paradiso, non sono figlio di Tizio o Caio o del Prof. Sempronio, sono figlio di un meccanico, poi commerciante che come me ha sudato, sofferto e costruito da solo qualcosa, senza mai chiedere nulla allo Stato o altri enti pubblici. Quello che avevo costruito, distrutto dalla GIUSTIZIA ITALIANA, l’ho costruito da solo e solo grazie alle mie capacità, non devo dire grazie a nessuno per nessuna ragione se non a me stesso e alla mia caparbietà, ai miei sacrifici e a tutto ciò che nel bene e nel male è essenza di me come uomo, individuo, cittadino italiano pieno di entusiasmo che gli uomini ed Istituzioni Italiane hanno distrutto, ucciso, annientato.

Quale ottimismo si può avere oggi? Lasciamo perdere la crisi, la situazione congiunturale mondiale, il calo del P.I.L., il calo della produzione industriale, il calo dell’occupazione, l’aumento dell’inflazione etc. etc., si questi elementi contribuiscono negativamente sulla collettività, ma la collettività è formata da individui, da singoli e se si può prendere come dato oggettivo quanto detto prima, credo che singolarmente ogni individuo deve trarne invece forza e stimolo, un pungolo a fare di più per mantenere la posizione acquisita, è una conseguenza logica, umana, come se fosse parte dell’istinto primordiale connaturato in noi alla sopravvivenza, in buona sostanza, sintetizzando, trarre elementi positivi soggettivi da dati di fatto oggettivamente negativi, questa è la mia filosofia.

Ma il caso mio è diverso, è totalmente e fondamentalmente diverso, Vi è da parte della Giustizia Italiana una enorme responsabilità, da parte del Presidente della Repubblica, nella veste di garante della Costituzione e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, il quale seppur rispondendo alla mia memoria, se ne lava le mani dicendo che non può intervenire pur comprendendo il mio stato d’animo e le mie ragioni (vedi lettera della Presidenza allegata) avallando così l’opera di distruzione della mia persona e del mio essere cittadino italiano e in quanto tale titolare di diritti, come quello alla difesa e alla proprietà.

Il Sig. Presidente, il quale ha, fra le Sue prerogative, anche quello di concedere la Grazia ai detenuti, non solo non mi ha graziato, anche perché sono innocente ero innocente e l’ho dimostrato con la mia memoria appena 45 giorni dopo il sequestro del mio conto corrente, ma ripeto, con il Suo non intervento, con il Suo disinteresse ha avallato l’operato di chi, metaforicamente, ha impugnato una pistola e mi ha sparato.

Lo stesso discorso vale per il Consiglio Superiore della Magistratura, anch’esso destinatario della mia memoria e consapevole di ciò che stava avvenendo, ma probabilmente cosa può importare la protesta, la lamentela, il grido disperato di un singolo cittadino? Il C.S.M. ha altro a cui pensare in questo bailamme di guerre intestine, di correnti, sotto-correnti, riforme più o meno gradite agli stessi Magistrati, cosa può importare se un’azione penale rivolta a rovinare un onesto cittadino è priva di fondamento? Il C.S.M. ha altro a cui pensare, credo che in seno al C.S.M. si pensi più all’aspetto politico che all’aspetto sostanziale e reale della GIUSTIZIA.

Il Sig. Ministro della Giustizia, anche il Suo Ministero ha chiuso occhi ed orecchie ignorando quanto da me denunciato, mi chiedo e a cui chiedo, come fa un Ministero, con i suoi organi e mezzi, che non sono pochi, a rimanere inerte di fronte ad una vicenda così paradossale, evidente, ingiusta, contraria ad ogni principio democratico prima ancora che ad ogni principio di Giustizia, dove viene evidenziato con estrema gravità la violazione dei diritti dell’uomo, della Costituzione, delle norme dei codici, come si può rimanere inerti di fronte a tali nefandezze? Chiedo come ci si può sentire sapendo che un organo di Giustizia ha distrutto e probabilmente ucciso un innocente? Si riesce a dormire la notte? Il Ministro si è assunto una importante e gravosa responsabilità accettando l’incarico di Ministro della Giustizia, ci vuole molto coraggio e spero davvero che, se mi potesse sentire direi questo, che Lei, Ministro, abbia lo stesso coraggio per evitare che dopo la mia morte economica e morale segua la morte fisica, stia certo, Sig, Ministro che non assisterò da vivo alla vendita all’asta dell’immobile che mi è costato 40 anni di lavoro e di fatica, leggendo più avanti capirà.

Il Sig Presidente del Consiglio, così come il Ministro della Giustizia, si è assunto l’onere e l’onore di governare questo Paese, ovviamente con ampio consenso popolare che lo ha reso, probabilmente il Presidente del Consiglio con più alto indice di gradimento nella storia repubblicana, anche lui potrebbe accampare che la responsabilità non è la Sua, ma poco importa, lo Stato è come un’azienda, si ereditano debiti e crediti e credo che fra i debiti che ha ereditato non sono solo quelli degli enti pubblici, statali o quant’altro, ma anche quello nei confronti dei singoli cittadini, prima facevo l’esempio della collettività formata da singoli individui e come tali ognuno, singolarmente, titolare di diritti costituzionali inalienabili e irrinunciabili, ebbene, come si è ben visto dalla narrazione dei fatti e dagli allegati alla presente, i miei diritti sono stati calpestati, come se per me non esistessero diritti, ma non solo come cittadino italiano, ma come individuo, inutile che ricordare che le norme fondamentali della Costituzione, come quelle relative alla Giustizia, sono rivolte a tutti gli individui e non solo ai cittadini italiani, io sono stato considerato come un non titolare di diritti, come un soggetto non meritevole di alcuna tutela, come se fossi un proscritto dell’antica Roma, privato di beni e diritti pur non avendo fatto assolutamente nulla di illegale, la conseguenza è la morte, prima quella economica e morale e, se non si porrà rimedio in tempi brevi, anche di quella fisica.

Ripeto, non mi fa paura la crisi, anzi mi sprona, ma davanti alle ingiustizie da me subite da poteri così forti dello Stato c’è poco da combattere, è una lotta persa perché impari. La gente dice che sono un eccellente avvocato, il mio aspetto poliedrico, la mia preparazione su tutti i rami del diritto mi ha consentito di avere uno score di procedimenti vinti superiore al 90%, anche se ciò non basta per lavorare con Enti o soggetti pubblici, li vigono altre leggi, non la meritocrazia.

A questo punto Vi starete chiedendo cosa voglio adesso come riparazione per tutto ciò che mi è stato fatto ingiustamente.

E’ chiaro che questo mio ricorso non vuole avere contenuto speculativo o peggio estorsivo a livello di coscienza, lungi da me tale ipotesi, sono troppo onesto con la mia coscienza per arrivare a tanto, ma la situazione oggettiva che si è determinata non mi lascia altra via che una.

E’ chiaro che non so delinquere, non ne sarei capace, anche se davvero avessi posto in essere delle azioni delittuose, con il nostro sistema giudiziario, sarei stato più fortunato, è un paradosso ma è la realtà, il guaio è che sono innocente e che ho subito dei danni enormi e che questi danni devono essere, almeno in parte, riparati.

Tutto ciò premesso

Il sottoscritto chiede che lo STATO ITALIANO venga condannato al versamento in mio favore della somma, che ritengo fra le altre cose di molto inferiore ai reali danni subiti, di € 1.000.000,00 (unmilione/00), possibilmente con una provvisionale, in considerazione della evidente e palese ingiustizia perpetrata ai mie danni dallo Stato Italiano, di € 400.000 (quattrocentomila/00) o la somma che riterrà opportuna la Corte, al fine di evitare l’imminente asta del mio unico immobile, lo STATO ITALIANO è responsabile e la responsabilità aquiliana o extra-contrattuale impone il giusto risarcimento, uno dei principi cardine della Costituzione è che ogni cittadino è uguale di fronte alla legge, io ho subito un danno, io devo essere risarcito e ripeto, non chiedo il giusto,  ma una cifra di molto inferiore ai danni dallo STATO causati, non certo con dolo, ma con colpa grave e negligenza senz’altro e soprattutto con violazione di norme di diritto interno, della Costituzione e della Convenzione dei diritti dell’uomo, STATO che io ho supplicato quando la situazione era alle origini, STATO che ha ignorato la mia disperazione e STATO che spero oggi non rimanga di nuovo inerte di fronte alla mia attuale disperazione.

Non vi è possibilità giuridica di esperire un’azione civile o penale nelle varie sedi, e, qualora vi fosse, non posso aspettare anni per avere giustizia quando alla GIUSTIZIA sono occorsi 8 – 10 giorni di NON indagini per rovinarmi e distruggere i sacrifici di 40 anni di lavoro. Quanto valgono 40 anni di lavoro? Quanto vale la dignità e l’onestà di un cittadino calpestata? Quanto vale il patimento d’animo, la sofferenza interna, il vedere crollare ciò che hai costruito in anni e anni di lavoro? Quanto vale il sentirsi inermi di fronte all’ingiustizia e colpito dallo Stato senza che i suoi rappresentanti, i soggetti che dovrebbero garantire la GIUSTIZIA non intervengono e rimangono inerti?

Vi chiederete anche cosa farà questo semplice cittadino qualora VOI non diate seguito alle mie legittime richieste entro il termine utile per evitare la vendita all’asta del proprio unico immobile, semplice, dapprima avviserò quanti più mezzi di informazione possibili, fra carta stampata, mezzi televisivi, radiofonici ed internet anche con un sito ad hoc, e state certi che tale tipo di notizia non passa indifferente, cercherò ed avrò il massimo risalto mediatico per propagandare il mio ATTO DI ACCUSA nei confronti dello STATO ITALIANO e di qualunque altro soggetto che abbia contribuito, attivamente o passivamente, a determinare tale tipo di situazione.

Una volta iniziate le relative azioni e dato il massimo risalto, darò seguito a quello che è l’unico estremo atto da porre in essere, ovvero il SUICIDIO, anche se secondo me la parola giusta è l’omicidio che si è perpetrato ai miei danni, ripetendo la metafora, la GIUSTIZIA ha sparato contro un innocente, per utilizzare ancora una metafora il proiettile mi sta colpendo, io non posso fermare questo proiettile, non ne ho ne il potere, ne la forza, VOI si!!! Amo la vita e l’ho vissuta in pieno sino al dicembre del 2005, una enormità giuridica da allora mi ha ucciso, ha fatto si che questa vita non è più degna di essere vissuta “OMISSIS” per il sistema finanziario sono la mela marcia irrimediabilmente, presto la mia casa sarà venduta all’asta (notoriamente ad un prezzo di molto inferiore al reale valore di mercato), a 46 anni “OMISSIS” non posso materialmente costruire da zero ciò che avevo onestamente costruito. Spero che in coscienza Vostra sappiate cosa fare e spero che non abbiate sulla coscienza un morto per il resto della Vostra vita. I miei eredi, mia figlia in particolare, continuerà le azioni da me intraprese, chiedo sin da adesso, in caso di suicidio, di non essere considerato cittadino italiano, restituirò al Presidente della Repubblica la mia carta di identità e il mio certificato elettorale, chiederò la cremazione e che le mie ceneri siano sparse non in acque territoriali, non nello Stato Italiano, ma in acque internazionali e sul mio sito web costruito ad hoc per tale vicenda solo una scritta, “Calogero Dolce Assassinato dallo Stato Italiano”.

Chiedo altresì che mi venga nominato, “OMISSIS”, un avvocato d’ufficio secondo la normativa.

Si chiede altresì che vengano acquisiti o ordinare la trasmissione, di tutti i documenti necessari per l’accertamento della responsabilità dello Stato Italiano, con particolare riferimento al fascicolo processuale relativo al procedimento meglio descritto sopra.

Il sottoscritto è pronto ad integrare detto ricorso con ogni chiarimento, o trasmissione di ulteriori documenti che la Corte riterrà necessari.

Con osservanza

Palermo 23 maggio 2009

Calogero Dolce cittadino italiano

 

P.S:= I miei recapiti sono, Avv. Calogero Dolce, Via Filippo Turati, 11 – 90139 Palermo – Tel. 091/7843204 – Cell. 338/8190155 – email cdolce@tiscali.it.

Nel caso in cui un Vostro delegato volesse maggiori notizie o particolari o comunque mettersi in contatto con me personalmente, Vi prego di tenere conto che allo stato attuale “OMISSIS”.

 

Si allegano i seguenti documenti:

1)     Memoria difensiva e richieste istruttorie inviate il 14/05/2007 al Tribunale di Aosta e p.c. al C.S.M., al Ministro della Giustizia, al Presidente della Repubblica;

2)     Sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Aosta emessa il 17 dicembre 2008, divenuta irrevocabile il 29 dicembre 2008;

3)     Lettera del 25/05/07 a firma del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica;

4)     Decreto di sequestro – ordine di esibizione di consegna del 4 gennaio 2006;

5)     Avviso di conclusioni delle indagini preliminari datato 17 gennaio 2006 e notificato nel giugno del 2006;

6)     Istanza di dissequestro con richieste istruttorie del 4 aprile 2006 dove si evidenzia, come in sentenza, che il fatto è stato commesso da terze persone indicandone anche i mezzi di prova e le attività da esperire (un mese e poco più dopo il sequestro del conto corrente);

7)     Istanza di dissequestro con richieste istruttorie del 07/06/06;

8)     Istanze istruttorie con indicazioni precise sulle attività da svolgere, mai svolte e sottolineate dalla sentenza, e istanza di revoca del sequestro del conto corrente bancario del 20/06/06;

9)     Decreto di citazione diretta a giudizio del 06/10/2006;

10)Decreto di nomina di difensore d’ufficio (il sottoscritto aveva già nominato da tempo un proprio difensore di fiducia in sede di identificazione, l’Avv. Giuseppe Martorana);

11)Opposizione ex art. 263 co. 5 rivolta al G.I.P. di Aosta avverso il sequestro del conto corrente bancario;

12)Provvedimento del G.I.P. di non luogo a procedere sulla opposizione in quanto dissequestrato lo stesso giorno (incredibile) dal P.M. Dott. Luca Ceccanti previa disposizione alla banca Antonveneta di trasferire l’intero saldo attivo ad altri soggetti;

13)Atto di Pignoramento Immobiliare eseguito dalla Unicredito Gestione Crediti S.p.A., titolare del mutuo dell’immobile di mia proprietà del 20/02/07;

14) Sfratto per morosità del 31/03/06 relativo all’immobile condotto in locazione dal sottoscritto adibito ad uso professionale;

15) Atto di pignoramento immobiliare causato dal mancato pagamento dei canoni di locazione relative all’immobile adibito ad uso professionale datato 05/10/2006;

16) Certificazione medica “OMISSIS”;

17) “OMISSIS”;

18) Recesso del contratto di conto corrente, con saldo negativo di € 77,71 (oltre il danno la beffa, il conto era in attivo prima della disposizione del Dott. Luca Ceccanti di trasferimento di somme ad altro conto) ad opera della Banca Antonveneta – Ag. 560 – Palermo 1;

19)Estratto di conto corrente bancario intestato al sottoscritto presso la Banca IntesaSanPaolo con saldo negativo “OMISSIS” alla data del 17/01/09;

20)Richiesta risarcito pria indirizzata al Consiglio Superiore della Magistratura, Ministro della Giustizia, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente della Camera, Presidente del Senato del 19/01/2009 rimasta inascoltata;