Quando è lo Stato ad Uccidere! Storie di Ordinaria Follia Giudiziaria!
Carissimo Dott. Luca Ceccanti, Le scrivo questa lettera aperta per esternare le mie proprie considerazioni sulla Sua persona e sul suo modo di agire nell’ambito di un mandato che Le è stato attribuito. Non l’ho mai conosciuta personalmente, per fortuna o per sfortuna, ma purtroppo, il massimo della sfortuna, mi sono trovato innanzi a Lei in una vicenda che fin da subito Lei doveva capire era assolutamente infondata e di cui io ero la vittima e non la persona da perseguire e perseguire con la metodologia da Lei posta in essere. Fare il Magistrato non è semplice, presuppone oltre che competenza, professionalità, equilibrio mentale anche la capacità di saper distinguere quelle che sono le pene, le misure cautelari da porre in essere e ricordarsi sempre che ogni cittadino è innocente sino a sentenza definitiva di condanna. Io non so quale processo logico-giuridico e mentale lo ha spinto a porre in essere, come misura cautelare, una sentenza di morte, quando poi, a distanza di molto tempo, i fatti contestati sono stati smentiti miseramente. Lei ha concluso le indagini in una decina di giorni, tanto le è bastato per decretare, ripeto, una condanna a morte, ma prima di emettere tale sentenza, si è chiesto quali drammatiche conseguenze avrebbe subito il destinatario della Sua determinazione? Non posso neanche pensare che Lei, vivendo ad Aosta, mi abbia giudicato in virtù del mio essere Siciliano e Palermitano, non oso pensare a tanto, sarebbe davvero drammatico e patetico! Ma sa, Dott. Ceccanti, non riesco ancora oggi a pensare cosa davvero sia scattato nella Sua mente, non riesco proprio a capire come Lei abbia disatteso le mie richieste istruttorie (come dice la sentenza Lei non ha svolto nessuna attività istruttoria, neanche un briciolo di attività) sarebbe bastato un semplice accertamento tecnico da me richiesto, che presuppone al massimo 15 minuti di tempo per porlo in essere, per scagionarmi immediatamente, ma perché non lo ha fatto? Ma perché non provvedeva solo a chiedere copia degli estratti conto anziché sequestrare l’intero conto corrente? Perché? Ma perché per un attimo non ha pensato che quel sequestro avrebbe determinato la mia morte economica ed oggi anche quella fisica? Sul quel conto pagavo il mutuo della mia unica casa, grazie a Lei oggi messa all’asta, ma cosa può importare a Lei di tutto ciò? Lei ha fine mese avrà il suo bel stipendio, dormirà tranquillamente erroneamente convinto di aver fatto solo il suo dovere e attendere, con l’anzianità la sua ascesa verso livelli e stipendi più alti. Ma poi perché, Dott. Luca Ceccanti, si è sempre rifiutato di parlare con me? Addirittura mi è stato risposto dalla Sua assistente di recarmi ad Aosta, chiedere un appunto e poi poter conferire con Lei, so che la Sua magnifica figura merita tanto, ma ben poteva per una volta rispondere al telefono e magari provare a sentire le mie ragioni, ma mi scusi, forse pretendevo troppo. Ed ancora, ma perché mi ha nominato un difensore di ufficio quando ne avevo già nominato uno di fiducia, perché non mi ha dato copia degli atti da me formalmente richiesti a seguito della chiusura delle indagini preliminari? Da sottolineare poi come le indagini preliminari, durate appena dieci giorni, concluse nel mese di gennaio me ne è stata data notizia, con atto notificato addirittura dopo circa sei mesi? Questi sono solo alcuni esempi che fanno capire come la Sua inchiesta abbia fallito miseramente, ma fosse soltanto questo non sarebbe un dramma, il dramma è che Lei è stato artefice della morte economica, e forse fisica di un cittadino italiano, Lei è riuscito con il suo operato, a mio parere e a parere di tutti i soggetti che si stanno interessando alla paradossale vicenda che lo rende protagonista, a ripristinare in Italia la pena di morte! Non è un paradosso è proprio così! Lei dall’alto dei suoi poteri ha determinato prima la morte economica sequestrando l’unico mio conto corrente dove a mezzo R.I.D. venivano pagate le rate del mutuo, utenze, finanziamenti e così via, determinando la decadenza del beneficio del termine del mutuo e finanziamenti, automatico inserimento del sottoscritto nella famigerata “black list” (sa che non potrò mai più avere nessun finanziamento o mutuo per sempre grazie a Lei?) e di conseguenza la vendita all’asta della mia abitazione, costata anni e anni di lavoro, sudore e sacrifici inenarrabili. Mi chiedo, Lei è in grado di comprendere tutto ciò? E’ in grado di comprendere il male che ha fatto? Francamente ne dubito parecchio, se così fosse quanto meno in primis avrebbe dovuto lasciare la magistratura (questo è quello che francamente penso e che dovrebbe accadere in un sistema merocratico), poi chiedere scusa al sottoscritto e a tutta la società civile (l’amministrazione corretta della giustizia riguarda tutti e non solo me) e poi metter mano alla sua tasca per riparare gli ingenti danni da Lei causati, ma purtroppo il nostro è un Paese dove, come per il caso Tortora, la povera vittima di un magistrato muore mentre il magistrato fa carriera arrivando al massimo livello della magistratura, e così molto probabilmente accadrà, io probabilmente morirò (la morte economica, ripeto, è già avvenuta) e Lei continuerà imperterrito nel Suo lavoro noncurante dei danni che può causare, non se la prenda Dott. Ceccanti, ma imbattersi in Lei in una indagine è davvero terrificante per le conseguenze che un povero cittadino onesto può subire. Ecco, Dott. Ceccanti, per chi è credente il Giudice supremo è Dio, la giustizia terrena è solo una convenziona che tenta di conciliare la civile convivenza, una approssimazione di Giustizia divina, e lei non è degno, come nessuno essere umano è degno di giudicare le umane vicende, siamo solo poveri mortali e in quanto tali la nostra aspirazione è quella di sbagliare il meno possibile, io mi auguro che questo venga da Lei compreso, invece Lei ha avuto la presunzione di giudicare in base a pochissimi elementi che non avevano nessun senso! Tanto è vero che la sentenza ha dimostrato che nulla a me era addebitabile, anzi, la stessa sentenza puntualizzava che proprio Lei non ha posto in essere alcuna attività atta ad accertare la verità! Intanto però lei, con l’applicazione della misura cautelare mi ha ucciso! Io ho perso tutto quello che ho costruito in quasi 40 anni di lavoro! Questo grazie a Lei! Le chiedo di vergognarsi per ciò che ha fatto! La invito a lasciare la Magistratura! Auguro che un’ispezione Ministeriale accerti le Sue responsabilità e che ne risponda agli organi competenti. Le auguro che Lei possa subire ciò che io ho subito da Lei. Le auguro di perdere la salute, la serenità, il lavoro, i sentimenti, la casa, i soldi e tutto ciò a quello a cui Lei tiene, quello che è accaduto a me grazie al suo, opinabile (per non dire altro) operato. Aspettando le Sue pubbliche scuse le porgo i miei saluti! Avv. Calogero Dolce
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