Studio Legale
Dolce
Avv. Calogero
Dolce
Via F. Turati, 11 - 90139 Palermo
Tel. 091/7795325 – Cell. 338/8190155
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ECC.MA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
C/O Segretariato Generale del Consiglio d’Europa
67006 STRASBOURG – CEDEX ( FRANCIA )
Ricorso contro il Governo e lo Stato italiano per la
palese violazione della Convenzione dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali.
Motivi del ricorso:
Violazione dell’art. 6 n. 1, n. 2, n. 3 lett. a
– b – c, art. 8 n. 2
Il
sottoscritto Calogero Dolce, cittadino italiano, nato a Vicari (PA)
il 14/05/1963, C.F.: DLCCGR63E14L837O, domiciliato in Palermo (Italia)
Via F. Turati, n. 11, con la presente espone quanto segue:
La
vicenda è così semplice, ingiusta, kafkiana e al contempo di una
drammaticità tale da indurVi a riflettere ed a adottare ogni misura atta
ad evitare che in futuro si possano ripetere situazioni del genere.
Ebbene, io sono stato
assassinato economicamente dalle Istituzioni e adesso, dopo essere
uscito dalla vicenda processuale con un’assoluzione chiesta anche dal
Pubblico Ministero per non aver commesso il fatto con sentenza
passata in giudicato e quindi irrevocabile, mi ritrovo distrutto a
seguito di questo calvario penoso, fatto di incompetenze, ignoranza,
superbia, superficialità, violazione di norme del diritto interno e
dei diritti dell’uomo, e soprattutto dal grave e doloroso silenzio
da parte delle Istituzioni a cui avevo chiesto giustizia vera e
protezione a suo tempo.
La descrizione dei fatti,
particolareggiata, con i documenti allegati è meglio narrata
nell’allegata memoria che inviai già nel maggio del 2007 alla Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Aosta, al Presidente della
Repubblica Italiana, al Ministro della Difesa, ottenendo una risposta
solo dal Direttore dell’Ufficio del Segretariato Generale della
Presidenza della Repubblica – Ufficio per gli Affari
dell’Amministrazione della Giustizia, la quale, per abbreviare, diceva
solo che il Presidente della Repubblica era impotente di fronte a questa
abnormità giuridica.
Riassumo molto brevemente la
vicenda (troverete fra gli allegati la memoria e gran parte degli atti
giudiziari che credo che vi stupiranno non poco). Nel dicembre del 2005
ricevo una proposta contrattuale di lavoro in ordine a transazioni
internazionali, in particolare fra gli Stati Uniti e i paesi dell’est
(premetto che parlo fluentemente l’inglese e il russo), ebbene, questa
società americana ha preteso finanche il mio certificato penale, io
dovevo ricevere dei bonifici e poi trattenuta una percentuale che
variava dal 5 al 10% inviarli a soggetti russi o ucraini, stante la
scarsa affidabilità del sistema bancario russo (cosa che risulta anche a
me personalmente). Accettai il mandato, fra l’altro lavoro per società
estere, vedi la “OMISSIS” con sede in Lussemburgo.
Ricevetti i primi bonifici di appena € 1.000,00 (mille). Sempre nel
dicembre del 2005, in vista delle festività natalizie ebbi a fare un
assegno a mia figlia per fare dei regali, ebbene a mia figlia la Banca
Antonveneta rifiutò di cambiare l’assegno, mi recai in banca (sino a
quel momento ero un ottimo cliente, negli ultimi 4 anni erano transitati
sul mio conto circa 400 mila euro) e il vice-direttore del tempo mi
disse che il mio conto era sequestrato, rimasi stupefatto, visto che non
mi era stato notificato alcunché!!! Chiesi al vicedirettore di mostrarmi
il provvedimento, ma lui disse che in verità aveva solo ricevuto una
telefonata da parte della Procura di Aosta e per tale motivo io non
potevo toccare i miei soldi e ne operare in qualsiasi modo sul mio conto
corrente, quindi non prelevare i miei soldi, non emettere assegni, non
usare carte di credito o bancomat, pur il conto essendo in attivo!!!
Il provvedimento di sequestro mi
venne notificato il successivo 16 gennaio 2006, mentre la convalida,
anche ai fini di una eventuale impugnazione non mi è stata mai
notificata!!! Mi attivavo subito inviando una memoria difensiva al
Pubblico Ministero procedente Dott. Luca Ceccanti, indicando esattamente
le indagini che doveva svolgere, cioè una semplice operazione, chiedere
al provider di competenza il log-file ed individuare chi si fosse
intromesso nel conto corrente delle presunte vittime della truffa (in
poche parole la tesi accusatoria era quella che io mi fossi intromesso
telematicamente nel conto corrente online di soggetti e avevo effettuato
dei bonifici a mio favore, quindi truffa). Questa semplice operazione
avrebbe dimostrato in pochi secondi, non giorni o mesi, ma davvero pochi
secondi chi fosse stato ad intromettersi nel conto corrente in
questione, la sentenza dirà poi che sono stati terzi rimasti ignoti
perché non era più possibile effettuare detto accertamento in quanto i
dati vengono conservati dai providers per 2 anni, io avevo chiesto che
si effettuasse questo accertamento appena un mese dopo.
Nella memoria potete leggere una
serie di strafalcioni giuridici posti in essere dalla Procura di Aosta,
solo a titolo di esempio reato accertato il 27 dicembre 2005 indagini
chiuse il 17 gennaio 2006 (considerate le festività neanche 10 giorni
lavorativi), al Dott. Luca Ceccanti sono bastati 10 giorni per rovinarmi
a seguito di indagini mai svolte, come detto in sentenza (palese
violazione dell’art 6, n. 3 lettera b della Convenzione)!!! Nomina di
difensore d’ufficio quando avevo già nominato difensore di fiducia sin
dal primo atto (identificazione presso la Polizia Postale di Palermo con
nomina dell’Avv. Giuseppe Martorana del foro di Palermo) con conseguente
notifica al difensore d’ufficio di atti (palese violazione dell’art 6,
n. 3 lettera a della Convenzione) !!! Mancata convalida del sequestro
del conto corrente bancario e mancata notifica di quest’ultimo,
precludendomi così la possibilità di una impugnazione (palese violazione
dell’art 6 della Convenzione oltre che del diritto interno)!!!
Avviso di chiusura delle indagini preliminari notificato ben 6 mesi dopo
la chiusura (palese violazione dell’art 6, n. 2 lettera b della
Convenzione)!!! Mancato rilascio di copia degli atti del fascicolo a
seguito di formale richiesta ledendo il diritto Costituzionale alla
difesa (palese e gravissima violazione dell’art 6, della Convenzione,
del diritto interno, nonché della Costituzione Italiana, artt. 24 e
25)!!! Sequestro del conto corrente (con saldo attivo) mentre sarebbe
bastato acquisire l’estratto conto al fine di verificare i movimenti
bancari(palese violazione dell’art 8, n. 2 della Convenzione!!! Ordine
di trasferimento di somme (l’intero saldo attivo) dal mio conto corrente
a favore di terzi prima ancora dell’emissione della sentenza e mai
restituite (palese violazione dell’art 6 della Convenzione)!!! E
tanti altri che potrete verificare leggendo il materiale che allego e
meglio elencato in seguito!
“OMISSIS”
Nel 2003, dopo tanti sacrifici e
una vita di duro lavoro, riuscii a comprare casa, dando una parte in
contanti e la rimanente somma accedendo ad un mutuo, nel 2005, forse a
causa dello stress venni ricoverato d’urgenza in terapia intensiva a
causa “OMISSIS” e proprio nel 2005 arriva questa tremenda
notizia da parte della Procura di Aosta, se “OMISSIS” non
mi aveva ucciso fisicamente, il Dott. Luca Ceccanti con i sui metodi
che definire “giustizialisti” sarebbe un eufemismo, mi uccide
economicamente!
Tutto il mondo mi è crollato
addosso e senza rimedio alcuno! Da totale innocente, come
statuito dalla sentenza passata in giudicato lo scorso 29 dicembre, sono
stato assassinato con un processo neanche sommario, neanche un
briciolo di indagini, nessuna attività, nulla di nulla, il niente
assoluto (palese violazione dell’art 6, non mancanza di un equo
processo, ma quasi mancanza di un processo, svoltosi senza un minimo di
attività di indagine)!
Secondo Voi dovrei essere
soddisfatto oggi che è stata dimostrata la mia innocenza, la risposta è
si, ma le conseguenze che ho ricevuto adesso chi le paga?
Ve ne cito solo alcune, le più
importanti e dimenticandone altre, ovviamente moralmente e sotto
l’aspetto esistenziale le conseguenze sono “in re ipsa”.
1)
L’immobile da me acquistato da qui a poco sarà messo all’asta, è
stato già pignorato dalla banca titolare del mutuo e da un paio di altri
creditori minori, procedura esecutiva immobiliare presso il Tribunale di
Palermo n. 90/2007. Le rate del mutuo erano pagate a mezzo R.I.D.
proprio sul conto corrente sequestrato dal Dott. Luca Ceccanti, così
oltre a togliermi ogni disponibilità economica non potevo effettuare
alcun movimento sul conto corrente, ovviamente anche il pagamento delle
rate del mutuo. Sono decaduto dal beneficio del termine, immobile
pignorato ed istanza di vendita, così sto perdendo l’immobile costatomi
40 anni di sudore, sacrifici e sangue (preciso che il valore di mercato
dell’immobile, attico e superattico in pieno centro della città di
Palermo e di € 1.250.000, il residuo del mutuo da pagare è di circa €
200.000, se venisse venduto all’asta, ovviamente verrebbe venduto ad un
prezzo quasi irrisorio e notevolmente minore al giusto valore di
mercato)!!!
2)
Sfratto per morosità subito stante l’impossibilità a pagare il
canone di locazione dell’immobile da me condotto in locazione adibito a
studio professionale, mi ritrovai così senza studio e fui costretto a
ricevere la clientela presso la mia abitazione, ed anche conseguente
pignoramento immobiliare per la cifra non pagata al proprietario
dell’immobile locato;
3)
Sono in black list come pagatore inaffidabile, nessuna banca mi
può concedere un prestito, un finanziamento, una scopertura su
conto corrente ne una carta di credito se non prepagata, di conseguenza
non posso ne rinegoziare il mutuo, ne posso trattare con la banca
titolare del mutuo al fine di proporre una soluzione per ripianare il
debito, non posso fare credito neanche per acquistare un oggetto anche
con rate da 20,00 Euro al mese. Per tutti sono, e rimarrò a vita, un
cattivo pagatore!!! Certo, ho un conto corrente che una banca mi ha
aperto forse per pietà, ma non posso avere ne il carnet degli assegni e
ne una carta di credito e il cui saldo ad oggi è “OMISSIS”.
4)
Non ho più potuto pagare un prestito al consumo anch’esso pagato
tramite R.I.D. ed anche per questo motivo sono in black list, così come
l’utenza telefonica, così ho perso il numero che tutti i miei clienti
conoscevano e sono rimasto un anno senza telefono, accedevo ad internet
tramite una rete wireless di un amico vicino di casa. Mancato pagamento
di fatture alla Seat Pagine gialle per dei servizi acquistati per la mia
attività professionale e così per mille altre cose!
Tutti questi elementi mi hanno
ridotto ad uno stato ansioso depressivo sempre maggiore, non risolto da
un’assoluzione, anzi fa ancora più rabbia e fa male, fa ancora più male
sapere che ti hanno ucciso economicamente e moralmente e poi ti hanno
detto che non sei stato tu, ma terze persone rimaste ignote che tali non
sarebbero rimaste se solo il Dott. Ceccanti avesse posto in essere le
attività di indagini da me indicate nell’immediatezza del reato e di
semplicissimo svolgimento (palese violazione dell’art 6 della
Convenzione)!
Oggi mi ritrovo a prendere delle
decisioni definitive per la mia vita.
La gente, i miei clienti, la
persone che mi conoscono mi reputano come una persona dalle capacità
eccezionali, non solo come avvocato, ma per le mie doti umane, per la
mia onestà, per il mio altruismo, per il mio carisma, per la protezione
che infondo nei miei clienti e alle persone a me care, per la mia
intelligenza, per la mia amplissima cultura.
Adesso dovrei ricominciare da
ZERO per gli errori grossolani e le evidenti violazioni commesse dalla
GIUSTIZIA ITALIANA!
NO, ASSOLUTAMENTE NO!!!
Non posso azzerare i miei 46 anni
e ricominciare da ZERO, anzi da sotto zero, sarebbe una corsa ad
handicap alla quale non ho più la forza di partecipare.
Io non ho Santi in Paradiso, non
sono figlio di Tizio o Caio o del Prof. Sempronio, sono figlio di un
meccanico, poi commerciante che come me ha sudato, sofferto e costruito
da solo qualcosa, senza mai chiedere nulla allo Stato o altri enti
pubblici. Quello che avevo costruito, distrutto dalla GIUSTIZIA
ITALIANA, l’ho costruito da solo e solo grazie alle mie capacità,
non devo dire grazie a nessuno per nessuna ragione se non a me stesso e
alla mia caparbietà, ai miei sacrifici e a tutto ciò che nel bene e nel
male è essenza di me come uomo, individuo, cittadino italiano pieno di
entusiasmo che gli uomini ed Istituzioni Italiane hanno distrutto,
ucciso, annientato.
Quale ottimismo si può avere
oggi? Lasciamo perdere la crisi, la situazione congiunturale mondiale,
il calo del P.I.L., il calo della produzione industriale, il calo
dell’occupazione, l’aumento dell’inflazione etc. etc., si questi
elementi contribuiscono negativamente sulla collettività, ma la
collettività è formata da individui, da singoli e se si può prendere
come dato oggettivo quanto detto prima, credo che singolarmente ogni
individuo deve trarne invece forza e stimolo, un pungolo a fare di più
per mantenere la posizione acquisita, è una conseguenza logica, umana,
come se fosse parte dell’istinto primordiale connaturato in noi alla
sopravvivenza, in buona sostanza, sintetizzando, trarre elementi
positivi soggettivi da dati di fatto oggettivamente negativi, questa è
la mia filosofia.
Ma il caso mio è diverso, è
totalmente e fondamentalmente diverso, Vi è da parte della Giustizia
Italiana una enorme responsabilità, da parte del Presidente della
Repubblica, nella veste di garante della Costituzione e di Presidente
del Consiglio Superiore della Magistratura, il quale seppur rispondendo
alla mia memoria, se ne lava le mani dicendo che non può intervenire pur
comprendendo il mio stato d’animo e le mie ragioni (vedi lettera della
Presidenza allegata) avallando così l’opera di distruzione della mia
persona e del mio essere cittadino italiano e in quanto tale titolare di
diritti, come quello alla difesa e alla proprietà.
Il Sig. Presidente, il quale ha,
fra le Sue prerogative, anche quello di concedere la Grazia ai detenuti,
non solo non mi ha graziato, anche perché sono innocente ero innocente e
l’ho dimostrato con la mia memoria appena 45 giorni dopo il sequestro
del mio conto corrente, ma ripeto, con il Suo non intervento, con il Suo
disinteresse ha avallato l’operato di chi, metaforicamente, ha impugnato
una pistola e mi ha sparato.
Lo stesso discorso vale per il
Consiglio Superiore della Magistratura, anch’esso destinatario della mia
memoria e consapevole di ciò che stava avvenendo, ma probabilmente cosa
può importare la protesta, la lamentela, il grido disperato di un
singolo cittadino? Il C.S.M. ha altro a cui pensare in questo bailamme
di guerre intestine, di correnti, sotto-correnti, riforme più o meno
gradite agli stessi Magistrati, cosa può importare se un’azione penale
rivolta a rovinare un onesto cittadino è priva di fondamento? Il C.S.M.
ha altro a cui pensare, credo che in seno al C.S.M. si pensi più
all’aspetto politico che all’aspetto sostanziale e reale della
GIUSTIZIA.
Il Sig. Ministro della Giustizia,
anche il Suo Ministero ha chiuso occhi ed orecchie ignorando quanto da
me denunciato, mi chiedo e a cui chiedo, come fa un Ministero, con i
suoi organi e mezzi, che non sono pochi, a rimanere inerte di fronte ad
una vicenda così paradossale, evidente, ingiusta, contraria ad ogni
principio democratico prima ancora che ad ogni principio di Giustizia,
dove viene evidenziato con estrema gravità la violazione dei diritti
dell’uomo, della Costituzione, delle norme dei codici, come si può
rimanere inerti di fronte a tali nefandezze? Chiedo come ci si può
sentire sapendo che un organo di Giustizia ha distrutto e probabilmente
ucciso un innocente? Si riesce a dormire la notte? Il Ministro si è
assunto una importante e gravosa responsabilità accettando l’incarico di
Ministro della Giustizia, ci vuole molto coraggio e spero davvero che,
se mi potesse sentire direi questo, che Lei, Ministro, abbia lo stesso
coraggio per evitare che dopo la mia morte economica e morale segua la
morte fisica, stia certo, Sig, Ministro che non assisterò da vivo alla
vendita all’asta dell’immobile che mi è costato 40 anni di lavoro e di
fatica, leggendo più avanti capirà.
Il Sig Presidente del Consiglio,
così come il Ministro della Giustizia, si è assunto l’onere e l’onore di
governare questo Paese, ovviamente con ampio consenso popolare che lo ha
reso, probabilmente il Presidente del Consiglio con più alto indice di
gradimento nella storia repubblicana, anche lui potrebbe accampare che
la responsabilità non è la Sua, ma poco importa, lo Stato è come
un’azienda, si ereditano debiti e crediti e credo che fra i debiti che
ha ereditato non sono solo quelli degli enti pubblici, statali o
quant’altro, ma anche quello nei confronti dei singoli cittadini, prima
facevo l’esempio della collettività formata da singoli individui e come
tali ognuno, singolarmente, titolare di diritti costituzionali
inalienabili e irrinunciabili, ebbene, come si è ben visto dalla
narrazione dei fatti e dagli allegati alla presente, i miei diritti sono
stati calpestati, come se per me non esistessero diritti, ma non solo
come cittadino italiano, ma come individuo, inutile che ricordare che le
norme fondamentali della Costituzione, come quelle relative alla
Giustizia, sono rivolte a tutti gli individui e non solo ai cittadini
italiani, io sono stato considerato come un non titolare di diritti,
come un soggetto non meritevole di alcuna tutela, come se fossi un
proscritto dell’antica Roma, privato di beni e diritti pur non avendo
fatto assolutamente nulla di illegale, la conseguenza è la morte, prima
quella economica e morale e, se non si porrà rimedio in tempi brevi,
anche di quella fisica.
Ripeto, non mi fa paura la crisi,
anzi mi sprona, ma davanti alle ingiustizie da me subite da poteri così
forti dello Stato c’è poco da combattere, è una lotta persa perché
impari. La gente dice che sono un eccellente avvocato, il mio aspetto
poliedrico, la mia preparazione su tutti i rami del diritto mi ha
consentito di avere uno score di procedimenti vinti superiore al 90%,
anche se ciò non basta per lavorare con Enti o soggetti pubblici, li
vigono altre leggi, non la meritocrazia.
A questo punto Vi starete
chiedendo cosa voglio adesso come riparazione per tutto ciò che mi è
stato fatto ingiustamente.
E’ chiaro che questo mio ricorso
non vuole avere contenuto speculativo o peggio estorsivo a livello di
coscienza, lungi da me tale ipotesi, sono troppo onesto con la mia
coscienza per arrivare a tanto, ma la situazione oggettiva che si è
determinata non mi lascia altra via che una.
E’ chiaro che non so delinquere,
non ne sarei capace, anche se davvero avessi posto in essere delle
azioni delittuose, con il nostro sistema giudiziario, sarei stato più
fortunato, è un paradosso ma è la realtà, il guaio è che sono innocente
e che ho subito dei danni enormi e che questi danni devono essere,
almeno in parte, riparati.
Tutto ciò premesso
Il sottoscritto chiede che lo
STATO ITALIANO venga condannato al versamento in mio favore della somma,
che ritengo fra le altre cose di molto inferiore ai reali danni subiti,
di € 1.000.000,00 (unmilione/00), possibilmente con una
provvisionale, in considerazione della evidente e palese ingiustizia
perpetrata ai mie danni dallo Stato Italiano, di € 400.000
(quattrocentomila/00) o la somma che riterrà opportuna la Corte, al
fine di evitare l’imminente asta del mio unico immobile, lo STATO
ITALIANO è responsabile e la responsabilità aquiliana o
extra-contrattuale impone il giusto risarcimento, uno dei principi
cardine della Costituzione è che ogni cittadino è uguale di fronte alla
legge, io ho subito un danno, io devo essere risarcito e ripeto, non
chiedo il giusto, ma una cifra di molto inferiore ai danni dallo
STATO causati, non certo con dolo, ma con colpa grave e negligenza
senz’altro e soprattutto con violazione di norme di diritto interno,
della Costituzione e della Convenzione dei diritti dell’uomo, STATO che
io ho supplicato quando la situazione era alle origini, STATO che ha
ignorato la mia disperazione e STATO che spero oggi non rimanga di nuovo
inerte di fronte alla mia attuale disperazione.
Non vi è possibilità giuridica di
esperire un’azione civile o penale nelle varie sedi, e, qualora vi
fosse, non posso aspettare anni per avere giustizia quando alla
GIUSTIZIA sono occorsi 8 – 10 giorni di NON indagini per rovinarmi e
distruggere i sacrifici di 40 anni di lavoro. Quanto valgono 40 anni di
lavoro? Quanto vale la dignità e l’onestà di un cittadino calpestata?
Quanto vale il patimento d’animo, la sofferenza interna, il vedere
crollare ciò che hai costruito in anni e anni di lavoro? Quanto vale il
sentirsi inermi di fronte all’ingiustizia e colpito dallo Stato senza
che i suoi rappresentanti, i soggetti che dovrebbero garantire la
GIUSTIZIA non intervengono e rimangono inerti?
Vi chiederete anche cosa farà
questo semplice cittadino qualora VOI non diate seguito alle mie
legittime richieste entro il termine utile per evitare la vendita
all’asta del proprio unico immobile, semplice, dapprima avviserò quanti
più mezzi di informazione possibili, fra carta stampata, mezzi
televisivi, radiofonici ed internet anche con un sito ad hoc, e state
certi che tale tipo di notizia non passa indifferente, cercherò ed avrò
il massimo risalto mediatico per propagandare il mio ATTO DI ACCUSA
nei confronti dello STATO ITALIANO e di qualunque altro soggetto che
abbia contribuito, attivamente o passivamente, a determinare tale tipo
di situazione.
Una volta iniziate le relative
azioni e dato il massimo risalto, darò seguito a quello che è l’unico
estremo atto da porre in essere, ovvero il SUICIDIO, anche se
secondo me la parola giusta è l’omicidio che si è perpetrato ai
miei danni, ripetendo la metafora, la GIUSTIZIA ha sparato contro un
innocente, per utilizzare ancora una metafora il proiettile mi sta
colpendo, io non posso fermare questo proiettile, non ne ho ne il
potere, ne la forza, VOI si!!! Amo la vita e l’ho vissuta in pieno sino
al dicembre del 2005, una enormità giuridica da allora mi ha ucciso, ha
fatto si che questa vita non è più degna di essere vissuta
“OMISSIS” per il sistema finanziario sono la mela marcia
irrimediabilmente, presto la mia casa sarà venduta all’asta
(notoriamente ad un prezzo di molto inferiore al reale valore di
mercato), a 46 anni “OMISSIS” non posso materialmente
costruire da zero ciò che avevo onestamente costruito. Spero che in
coscienza Vostra sappiate cosa fare e spero che non abbiate sulla
coscienza un morto per il resto della Vostra vita. I miei eredi, mia
figlia in particolare, continuerà le azioni da me intraprese, chiedo sin
da adesso, in caso di suicidio, di non essere considerato cittadino
italiano, restituirò al Presidente della Repubblica la mia carta di
identità e il mio certificato elettorale, chiederò la cremazione e
che le mie ceneri siano sparse non in acque territoriali, non nello
Stato Italiano, ma in acque internazionali e sul mio sito web costruito
ad hoc per tale vicenda solo una scritta, “Calogero Dolce Assassinato
dallo Stato Italiano”.
Chiedo altresì che mi venga
nominato, “OMISSIS”, un avvocato d’ufficio secondo la
normativa.
Si chiede altresì che vengano
acquisiti o ordinare la trasmissione, di tutti i documenti necessari per
l’accertamento della responsabilità dello Stato Italiano, con
particolare riferimento al fascicolo processuale relativo al
procedimento meglio descritto sopra.
Il sottoscritto è pronto ad
integrare detto ricorso con ogni chiarimento, o trasmissione di
ulteriori documenti che la Corte riterrà necessari.
Con osservanza
Calogero Dolce cittadino italiano
P.S:= I miei recapiti sono,
Avv. Calogero Dolce, Via Filippo Turati, 11 – 90139 Palermo – Tel.
091/7795325 – Cell. 338/8190155 – email
cdolce@tiscali.it.
Nel caso in cui un Vostro
delegato volesse maggiori notizie o particolari o comunque mettersi in
contatto con me personalmente, Vi prego di tenere conto che allo stato
attuale “OMISSIS”.
Si allegano i seguenti
documenti:
1)
Memoria difensiva e richieste istruttorie inviate il 14/05/2007 al
Tribunale di Aosta e p.c. al C.S.M., al Ministro della Giustizia, al
Presidente della Repubblica;
2)
Sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Aosta emessa il 17
dicembre 2008, divenuta irrevocabile il 29 dicembre 2008;
3)
Lettera del
25/05/07 a firma del Segretariato Generale della Presidenza della
Repubblica;
4)
Decreto di
sequestro – ordine di esibizione di consegna del 4 gennaio 2006;
5)
Avviso di
conclusioni delle indagini preliminari datato 17 gennaio 2006 e
notificato nel giugno del 2006;
6)
Istanza di
dissequestro con richieste istruttorie del 4 aprile 2006 dove si
evidenzia, come in sentenza, che il fatto è stato commesso da terze
persone indicandone anche i mezzi di prova e le attività da esperire (un
mese e poco più dopo il sequestro del conto corrente);
7)
Istanza di
dissequestro con richieste istruttorie del 07/06/06;
8)
Istanze
istruttorie con indicazioni precise sulle attività da svolgere, mai
svolte e sottolineate dalla sentenza, e istanza di revoca del sequestro
del conto corrente bancario del 20/06/06;
9)
Decreto di citazione diretta a giudizio del 06/10/2006;
10)Decreto di nomina di difensore
d’ufficio (il sottoscritto aveva già nominato da tempo un proprio
difensore di fiducia in sede di identificazione, l’Avv. Giuseppe
Martorana);
11)Opposizione ex art. 263 co. 5
rivolta al G.I.P. di Aosta avverso il sequestro del conto corrente
bancario;
12)Provvedimento del G.I.P. di
non luogo a procedere sulla opposizione in quanto dissequestrato lo
stesso giorno (incredibile) dal P.M. Dott. Luca Ceccanti previa
disposizione alla banca Antonveneta di trasferire l’intero saldo attivo
ad altri soggetti;
13)Atto di Pignoramento
Immobiliare eseguito dalla Unicredito Gestione Crediti S.p.A., titolare
del mutuo dell’immobile di mia proprietà del 20/02/07;
14) Sfratto per morosità del
31/03/06 relativo all’immobile condotto in locazione dal sottoscritto
adibito ad uso professionale;
15) Atto di pignoramento
immobiliare causato dal mancato pagamento dei canoni di locazione
relative all’immobile adibito ad uso professionale datato 05/10/2006;
16) Certificazione medica
“OMISSIS”;
17) “OMISSIS”;
18) Recesso del contratto di
conto corrente, con saldo negativo di € 77,71 (oltre il danno la beffa,
il conto era in attivo prima della disposizione del Dott. Luca Ceccanti
di trasferimento di somme ad altro conto) ad opera della Banca
Antonveneta – Ag. 560 – Palermo 1;
19)Estratto di conto corrente
bancario intestato al sottoscritto presso la Banca IntesaSanPaolo con
saldo negativo “OMISSIS” alla data del 17/01/09;
20)Richiesta risarcito pria
indirizzata al Consiglio Superiore della Magistratura, Ministro della
Giustizia, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio,
Presidente della Camera, Presidente del Senato del 19/01/2009 rimasta
inascoltata;
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